Critiche

La magia del quotidiano.

Il suo mondo creativo prende l’avvio dalla realta’ indagata con occhio attento ad ogni minimo particolare , mentre il pennello la viene ricostruendo come spazio fantastico di eventi sospesi nella magia del quotidiano, disponibili ad ogni miracolo che si avverte stia per accadere e tutto possa cambiare .

                                                                                        Marzio Dall’Acqua  (critico d’Arte)

Giuliano Zoppi, il “vedutista”.

Ci tiene a precisare di essere “un naif di città”, ben diverso da un naif di campagna, naturalmente portato a rappresentare idilliaci scorci agresti. Mentre lui punta la sua attenzione sul paesaggio urbano. Si potrebbe definire un “vedutista” con intelaiatura prospettica in piena regola su uno scenario di realtà quale potrebbe essere la piazza dei Miracoli a Pisa, la piazza del Battistero a Parma o l’ex Convento Buris Lodigiani a Luzzara. Sovrappone uno scenario di fantasia giocato sulla partecipazione di una folla variopinta che agisce e recita come su di un palcoscenico.     

  Alfredo Gianolio (critico d' arte) 

 

L’Artista Naif…….

Giuliano Zoppi  rivisita lo stile pittorico degli “ingenui” inserendo una propria inconfondibile personalità: la sua narrativa spinge alla riflessione, l'immagine è sapientemente semplificata, le gradazioni chiaroscurali sono elaborate con cromatismi che consentono la percezione del volume e della plastica rotondità, i colori impiegati sono vivaci, forti, a volte sono quelli primari, stesi con campiture che non sono mai omogenee. L’antiteticità tra l’arte accademica e quella naïf, qua non esiste. Questi pittori oggi sono inquadrabili in una tendenza artistica contemporanea ben definita e molto consapevole. Dal punto di vista strettamente formale non hanno più nulla a che vedere con “il doganiere”. Nei dipinti di Zoppi si nota la perfetta coerenza con l’ottica che gli consente di conservarsi appositamente naïf nello spirito, ma Giuliano non evoca nemmeno lontanamente i dipinti di Henri Julien Félix Rousseau. L’atto istintivo di Giuliano è nell’idea.     L’esecuzione dell’opera invece non è istintiva, risulta meticolosa, certosina, curata con maestria nei minimi particolari, la composizione è studiata e sempre equilibrata, il disegno è preciso e contornato. Le figure umane sono volutamente prive di anatomia e di proporzioni reali, il colore non aggiunge una qualità gradevole al disegno, la rinforza. Il suo messaggio non è filtrato ed è perciò in grado di essere compreso da un vasto pubblico che viene invitato a riflettere sul tempo passato. Per lui è arrivato il momento di lasciare il segno, cioè di imporre la sua particolare visione di un mondo da recuperare con opere che comunicano autonomamente senza il bisogno di intermediari.

Marco Cagnolati (critico d' arte)

 

Giuliano Zoppi e la soffice alchimia della memoria.

E’ sempre un grande piacere per me parlare della pittura di Giuliano Zoppi : il raffinato equilibrista che si muove con il cielo dei ricordi felici nelle tasche e intesse la meraviglia del sogno con i fili preziosi della memoria. Forte di uno sguardo e di un passato a lungo nutriti con l’olio della saggezza, egli ha capito che uno dei pochi modi di sfuggire “l’oscuro castigo di esistere”, non è quello di negare la realtà, bensì di trasformarla, trasfigurarla, plasmandola con l’abilità di un orchestrale dalle tinte tenui, soffici ed omogenee. La pittura di Giuliano diventa così, sinfonia benigna, voce che illanguidisce, risorge, distende, acquieta. I suoi cieli sono accattivanti e mutevoli, le sue acque sono ricche e capricciose, la sua neve invitante e gioiosa . E’ facile allora innamorarsi dei suoi lussureggianti dipinti: vi troveremo personaggi che spesso non incontrano mai lo sguardo di chi osserva, perchè l’osservatore (che non è inerme in una sorta di ritiro contemplativo), è già dentro il quadro, con loro, a divertirsi, a festeggiare, ad accogliere la serena disponibilità all’incanto e al sogno. Giuliano (pur non essendo un pittore accademico, come egli usa precisare), opera con grande padronanza di impostazione tecnica e visiva ed esalta l’utilità suprema della fiaba, dell’inaspettato, della metamorfosi, del ricordo . I suoi dipinti si abbandonano alle onde creative di reminiscenze di un passato felice: l’infanzia, che per alcuni fortunati come lui, che ha saputo coglierne ogni battito di cuore, è stata uno sfondo d’oro, una colonna sonora armoniosa. Lui stesso afferma che nella sua mente riaffiorano a poco a poco gli echi sepolti dei ricordi fanciulli ed è proprio da lì che suoi dipinti prendono forma e corpo prima ancora che sulla tela perché scandagliati con curiosità estenuante.   Si tratta sicuramente di un passato accresciuto e idealizzato nel tempo, dagli aloni della nostalgia, d’altronde è facile ricordare anche quanto non è mai accaduto se il fiume degli eventi (a cui il pittore si arrende con amore), è stato creato in momenti di grande serenità. Anche la sua nostalgia quindi è bonaria e affascinante e mai cede al rimpianto, allo sconforto, alla rinuncia ma diventa sorprendente emanazione di un lirismo confortante e rassicurante: il cammino non ci è sbarrato. Abbiamo ancora la pittura, la musica, la poesia che ci invitano alla resistenza e alla purezza. E Giuliano lo ha capito, diventando un pellegrino dell’aria, un cavaliere della fantasia che vive coniugando mondo reale e fantastico, ben conscio di saper penetrare e dosare perfettamente, quella sorta di meravigliosa serendipità e quel turgore di luce , che nulla hanno a che spartire con l’orrore quasi comico, della grigia nuvolaglia delle minuzie quotidiane.

Monica Borettini (poetessa e scrittrice)

 

Introspettivo ed Immaginario …

Ho letto con attenzione il parere di famosi Critici che si sono interessati a Lui. Tutti collimano in affermazioni univoche di indirizzo. Zoppi non è un generico, e nemmeno uno stratega. Dipinge a ragion veduta, sia che proietti lo sguardo sugli agglomerati urbani , sia quando evade in una sorta di surrealismo sequenziale . Vedasi per esempio, L’Arca della Speranza e L’Arca della solidarietà . Simboliche testimonianze del suo aperto pensiero. Al tempo stesso introspettivo ed immaginario. Di Lui mi affascina anche la coloristica efficace, incisiva, sempre pertinente al soggetto raccontato. Si, “raccontato” tra virgolette , come ben dice un suo affezionato mentore . 

Giuseppe Casiraghi (critico d’Arte)

 

……come un grande architetto .

Come tanti pittori, Giuliano Zoppi, tanto tempo fa si è assicurato un posto molto importante con i suoi dipinti. Dipinti dedicati a piazze strade, chiese sulle colline e castelli che dipinge come un grande architetto. Con tanta forza e grande estetica i suoi dipinti sono pieni di eventi. Dipinge la vita con i ragazzi nella natura, simpatiche maschere e dei postini in mezzo a gioiosi ragazzi. La bellezza dipinta nei suoi quadri evidenzia lacrime di persone sole, e angeli nella notte sotto il cielo stellato. Qualche volta lo attirano racconti biblici sui monti o in distese pianure. Incide nel legno il frutto proibito, e nel verde la mela rossa è simbolo del frutto proibito. Gli innamorati sotto l’albero sono l’unico simbolo di pace e amore. Il pittore Zoppi è molto severo sugli uomini d’oggi, che sono indifferenti alle catastrofi naturali. Il dipinto è dinamico, e qualche volta è anche duro con il colore verde nel cielo che dà al dipinto armonia e bellezza poetica.

Janez Gartnar (Presidente Museo Likovnih Samorastnikov – Trebnje)

 

Una luce cosi’ particolare……

Dalle sue prime Opere (1978), Zoppi trasfigura la realtà realizzando dipinti a fantasia sciolta: angioletti svolazzanti in aria, bambini trasportati da palloncini colorati, ecc. Dal 1985 sembra tornare un po’ per terra, e mescola temi politici ed ecologici ai sui paesaggi fantastici. Dal 1992, i ricordi d’infanzia hanno la sua predilezione: riproduce i giochi di un tempo impregnando queste scene di tutta la magia e la sensibilità’ proprie della prima giovinezza, inserendole nei paesaggi campagnoli o urbani fino nei minimi dettagli. Ma ciò che da un tocco a questo “primitivo-moderno” eccezionale, è il suo trattamento particolare della luce: conferisce ai sui dipinti una strana atmosfera collocando delle scene vive, estremamente colorate su un fondo spesso monocromo scuro, o bianco quando si tratta di un campo innevato. Dal contrasto cosi’ ottenuto nasce una vibrazione, perfino un tremore, che sono i marchi della pittura di Giuliano Zoppi, rendendola riconoscibile tra tutte.

Lia Kasper (Direttrice Galleria Kasper MORGES – Svizzera)

 

La meravigliosa sospensione nei dipinti di Giuliano Zoppi

In questi giorni di reclusione (Lockdown 2020 n.d.r.) cerco di nutrirmi di cose buone ed energetiche per sconfiggere l’angoscia, il senso di attesa, e immergermi ‘dal di dentro’ nel colore. Trovo che niente come la musica e l’arte sappiano sortire effetti così benefici e curativi. Ora che non ci si può immergere nella natura e non ci si può abbracciare. Mi sono riguardata, una a una, le opere di Giuliano Zoppi, eccelso visionario quanto scrupoloso osservatore della realtà; e la sua realtà a me piace parecchio. Mi sorprende e mi rassicura al tempo stesso. Nella pittura di Giuliano i dettagli diventano i veri protagonisti, ancor prima che la storia che vuole raccontare. Le piccole cose costruiscono, come mattoncini, l’insieme che è una quinta teatrale ricca di suggestioni. Animata, mai imbalsamata, brulicante di suoni, di profumi, di piccole ritualità che ti trasportano dentro la tela e così ne diventi parte. Sembrano mondi sommersi, distanti, surreali e onirici, quelli che lui propone, seppur prendendo spunto da molti e concreti particolari della realtà, mischiando vecchio e giovane, antico e moderno, alto e basso, baldanza e malinconia, come solo i visionari sanno fare. Non credo molto nelle definizioni accademiche, anche se talvolta sono utili per definire uno stile artistico, letterario, musicale e iscriverlo in un periodo, in una scuola; ma le etichette possono traviare il senso dell’arte che non è inclusivo ma esclusivo e dovrebbe indurre al libero pensiero piuttosto che alla celebrazione di un unico punto di vista. L’arte, e mai come in questi giorni, assolve alla funzione di polmone palpitante che ci aiuta a respirare meglio, di occhio ampio che ci permette di vedere oltre la paura. La pittura di Giuliano Zoppi è tutt’altro che ingenua (naif), i monumenti ripropongono fedelmente i motivi architettonici e la loro funzionalità. Uomini, donne, bambini, vecchi, sono sempre impegnati a fare qualcosa: a cogliere un fiore, a dirigere un'orchestra, ad acquistare un alimento al mercato, a stringere una mano, a mettere in funzione un barcone con le ruote. A vivere. Giuliano trae spunto dalla realtà che conosce meglio, la sua Parma, i suoi luoghi dell’anima, dell’infanzia, della memoria, ma anche quelli della fantasia a cui riesce a conferire lo stesso spessore narrativo, la medesima credibilità espressiva. Che la realtà sia vissuta, camminata, annusata, toccata, o che, invece, sia immaginata… che importanza potrà mai avere per un’artista che vuole condividere il suo lavoro con gli altri? Un’artista, dunque, generoso. Grazie Giuliano per avermi accolta nei tuoi mondi vivi e colorati in cui ho vagato, passeggiato, dialogato. E sono riuscita a scrollarmi di dosso, per un attimo di quelli che resta, il peso angosciante di questo momento che, mi auguro, e lo auguro a tutti, possa insegnarci il valore delle priorità che risiede nelle piccole cose.

Teresa Giulietti ( Scrittrice / Poetessa - Parma )