"Oggi che è diventata una grande passione, mi sento un grande "narratore" di tele, per me è importante che chi si sofferma ad osservare un mio dipinto si ponga delle domande, non è importante che egli sia un bambino od una persona anziana, l' importante è la riflessione. Sicuramente le persone della mia età torneranno con la mente indietro nel tempo, quando si giocava nelle piazze o nelle strade perché non esistevano ne i Computer ne le Play-Station, mentre ai giovani di oggi vorrei lanciare un messaggio, a volte basta poco per essere felici……..
Credo fermamente nell'arte, in tutte le sue forme, come ad un linguaggio che bisognerebbe imparare, per poter capire quello che un' opera d'arte ci vuole comunicare. Sono convinto che un'opera deve essere in grado di sostenere se stessa, senza "critica", molto spesso attorno ad esposizioni, mostre e opere, vi sono costellazioni di richiami critici, con parole e ricami dei più fantasiosi e coloriti, per questa ragione ritengo che un' opera d'arte, per essere tale, debba essere unica e autonomamente
importante in tutta la sua solitudine."
Giuliano Zoppi

Credo che gli artisti abbiano un dono speciale, l’ immortalità. Grazie ai loro lavori possono continuare a trasmettere emozioni ed a far sognare gli osservatori, per questo dico che noi figli o parenti stretti abbiamo il dovere morale dar continuità a ciò che loro hanno iniziato. Il quadro va goduto, va condiviso, va analizzato, deve essere un invisibile e privato scambio di opinioni tra l’ artista e chi vi si pone di fronte, deve essere sempre fruibile. 
Cito sempre volentieri le parole di un altro pittore Alberto Sughi, ormai sono diventate per me la rotta da seguire in questo mare immenso:  
“Il lavoro del pittore non finisce col suo quadro, finisce negli occhi di chi lo guarda”
Non facciamo finire il lavoro del pittore!
Andrea Zoppi